“Costruire il teatro; gli esempi storici li incontravo tutti nella terra padana e si confondono e si sovrappongono come la musica dell’opera lirica nelle feste di paese: Parma, Padova, Pavia, Piacenza, Reggio e ancora Venezia, Milano e tutte le capitali padane dove il teatro accende le sue luci nella nebbia persistente. La stessa nebbia che penetra, come l’effetto di una macchina teatrale, nella galleria milanese”.
L’esposizione riunisce per la prima volta sedici progetti dell’architetto-designer milanese dai primi anni sessanta al 1997, attraverso quasi 120 tra studi e schizzi architettonici,
modelli di studio e di concorso, disegni, oggetti di scena o riguardanti il tema teatrale e le sue diverse articolazioni, sia in architettura sia nel design: dalle architetture progettate e costruite, alle scenografie per opera e balletto, fino agli allestimenti d’impatto spettacolare. La mostra è a cura di Germano Celant, mentre
l’architettura dell’allestimento è affidata allo studio Gae Aulenti
Architetti Associati.
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Teatro e sistemazione della Pilotta, Parma, 1964-1985
penna, pastello e matite colorate su carta, cm 96,5 x 132
Collezione privata, courtesy Fondazione Aldo Rossi, Milano
Il teatro, come edificio e come concezione dello spazio, ha un significato del tutto particolare nel lavoro e nella vita di Aldo Rossi. Dal Teatro Paganini a Parma (1964), al Teatro Carlo Felice di Genova (1989), passando per il Teatro del Mondo Venezia (1979) e per il Teatro di Francoforte sull’Oder (1994), arrivando fino al progetto di ricostruzione del Gran Teatro la Fenice per la città lagunare, l’interesse che Rossi ha dedicato al soggetto si è soffermato anche sulla creazione di oggetti d’affezione, quale il Teatrino scientifico (1978), e si è intrecciato con la produzione di oggetti di design, come il servizio da tè e caffè Tea and Coffee Piazza per Alessi (1982), senza dimenticare le scene realizzate per opere quali Madama Butterfly (1986) o tragedie come Elettra (1993), dove la sua esperienza progettuale si è legata al momento più concreto della rappresentazione.
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Pubblicato da Giovanna M. Carli
Giovanna M. Carli, storica dell’arte, critica e giornalista pubblicista, è nata a Pisa, dove si è laureata cum laude in Lettere moderne con indirizzo storico-artistico.
Vive sulle colline di Firenze, città in cui ha conseguito la specializzazione in Storia dell’arte col massimo dei voti e dove si è diplomata in archivistica, paleografia e diplomatica all’Archivio di Stato.
Allieva di Dora Liscia Bemporad, Mina Gregori, Antonio Pinelli e Antonio Paolucci ha collaborato e collabora con la Soprintendenza Speciale per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze e col Consiglio regionale della Toscana per progetti artistico-culturali nonché con Enti pubblici e Fondazioni sia in Italia che all'estero.
Ha curato la trilogia di volumi Opere donate al Consiglio regionale della Toscana, e numerose mostre tra cui ricordiamo La camicia dei Mille: opere d’arte per Garibaldi nel bicentenario della nascita / The Red Shirt of the Mille: Works of Art for Garibaldi on the Bicentenary of his Birth, sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica italiana.
Ha all’attivo numerosi saggi e monografie d’arte ed oltre cento mostre.
Ha poi contribuito a fondare la prestigiosa pinacoteca del Palazzo Pegaso, a Firenze.
Ha collaborato con vari artisti, tra cui ricordiamo Igor Mitoraj, Giuliano Vangi, Antonio Possenti, Nano Campeggi, Jean-Michel Folon in mostre e progetti culturali di respiro internazionale.
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