Serata di gala a inviti per la riapertura, dopo vent’anni, del teatro Niccolini di via Ricasoli a Firenze, quella di venerdì 8 gennaio 2016. Ore 20.00 inizia lo spettacolo con una rappresentanza della scuola di musica di Fiesole. Ore 21, sale sul palco il Sindaco Dario Nardella e l’imprenditore Mauro Pagliai a cui si deve la ristrutturazione del teatro per troppo tempo, ben vent’anni, rimasto fatiscente. Ristrutturazione durata ben nove anni. : “La cultura è l’ossigeno di una comunità. Il Teatro Niccolini sarà un luogo sempre aperto”. Così il sindaco che ricorda, prima della standing ovation tributata a Pagliai dal pubblico in platea e dai tre ordini di palchi gremiti di personalità del mondo della cultura, della politica e dell’imprenditoria, il twitt di Alessandro Gassmann: “Quando apre un teatro è come se aprisse una scuola o un ospedale…”, ossigeno per tutta la comunità. Straordinario bisogno di cultura e il Niccolini a poche ore dalla sua riapertura, consacra superstar Paolo Poli che sale sul palco con la giornalista Valentina Grazzini alle ventuno e trenta circa.

I ricordi corrono intervallati da domande, poche, della giornalista che cerca di farsi spazio tra la verbosità barocca e a flusso continuo di Poli. “L’on. Oscar Luigi Scalfaro – ricorda l’attore – mi fece un’interrogazione parlamentare. Chiuse il teatro ma mi fece tanta pubblicità”. E in effetti lo spettacolo Rita da Cascia suscitò, era l’anno 1967, non poche polemiche per la sua lettura in chiave irriverente e comica. “Un maschio vestito da suora era inaccettabile”, commenta Poli. Scandalo, successo. Sono gli anni Sessanta e Paolo ha poco più di trent’anni. Ricordi che spaziano da Alfredo Bianchini a Franco Zeffirelli, sodalizi artistici imperituri, presentati con parole che non tradiscono alcuna commozione. C’è in lui la consapevolezza di avere già una collocazione precisa nella cultura del Novecento e di far parte anche di questa, cultura liquida, sfuggente, 2.0. Ma erano gli anni Ottanta quando questo “artigiano del teatro” calcò le scene del Niccolini e lo fece molte volte e tutte fu sempre ricambiato dall’affetto del pubblico.

Una presenza scenica elegante, la sua, fuori dal tempo ma ottimamente collocata nello spazio. Lui è di quei grandi attori che lo spazio se lo prende e lo gestisce fino alla fine cercando la complicità del pubblico, incantandolo e irretendolo con gestualità soave e dolce, spesso enfatica, a cui si accompagna la voce, che solo un po’ risente del tempo di questo straordinario Narciso classe ’29. Stella di prima grandezza ma al vetriolo come quando afferma: “Firenze è una città spocchiosa, pensa di fare tutto lei perché ha avuto Dante Alighieri. Ma non basta!”, ma sicuramente ha ragione Dario Nardella nel sottolineare che “…quando riapre un teatro è la rivincita della civiltà e di una città, e oggi Firenze, dopo vent’anni, si prende una bella rivincita!”. Certo non basta. E le buone intenzioni da parte di Mauro Pagliai – a lui principalmente e alla sua famiglia si deve questa straordinaria riapertura dell’antico teatro del Cocomero – ci sono tutte. A fine serata i ricordi di Paolo Poli poi non lasciano nulla all’immaginazione.

Le sue narrazioni sono visioni, frame. “Quella volta che dissi no a Federico Fellini per Otto e mezzo…”, racconta che a casa sua mangiò una piadina che accompagnò col Sangiovese mentre a casa Piero Paolo Pasolini fu costretto a utilizzare un bagno senza porta. Un bel ricordo l’incontro con Natalia Aspesi, più sfumati e sullo sfondo i ricordi del suo passato da prof. e poi, fuochi d’artificio, quando interpreta la filastrocca Pierino Porcospino “Oh, che schifo quel bambino! / È Pierino il Porcospino. /
Egli ha l’unghie smisurate / Che non furon mai tagliate…”. E infine e quasi all’improvviso, detto con quella confidenza domestica che ha saputo creare tra lui e il pubblico, risuona lieve ma deciso il suo: “Si è fatto le dieci e venticinque: basta, figlioli!”…che ci riporta tutti a casa, soddisfatti e pieni di grandi sogni sul futuro di questo bel teatro, della nostra Firenze e di quella buona cultura che mai passa, fatta di studio, fatica e di molta libertà.

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Riapre il , la risposta italiana alla comédie française. in visita al Niccolini restaurato. LE IMMAGINI
Pubblicato da Giovanna M. Carli
Giovanna M. Carli è una storica dell’arte che si è distinta per la sua capacità di intrecciare il rigore accademico con un approccio divulgativo e partecipativo. La sua formazione abbraccia diverse discipline umanistiche, con un’attenzione particolare alla storia dell’arte, alla memoria culturale e al ruolo delle arti nella costruzione dell’identità collettiva.
La sua visione si basa sull’idea che la cultura sia uno strumento per favorire il dialogo tra passato e presente, nonché un mezzo per promuovere l’inclusione sociale. Questo approccio interdisciplinare le ha permesso di lavorare su progetti innovativi che coinvolgono arte, teatro, musica e letteratura.
Valorizzazione della memoria storica
Giovanna M. Carli ha lavorato su progetti legati alla memoria storica, utilizzando la cultura come veicolo per preservare e trasmettere il significato di eventi e personaggi cruciali per la società contemporanea. Tra i suoi contributi più importanti:
- Giorno della Memoria. Ha curato eventi commemorativi, spesso intrecciando arti visive, musica e narrazione per sensibilizzare il pubblico sul dramma dell’Olocausto. Questi eventi mirano a mantenere viva la riflessione su temi come i diritti umani e la lotta contro ogni forma di discriminazione.
- Festa della Toscana. Con la sua direzione, numerosi eventi hanno celebrato il primato della Toscana nel campo dei diritti civili, come l’abolizione della pena di morte (1786). Ha enfatizzato l’importanza di trasmettere tali valori alle nuove generazioni.
Celebrazioni di centenari
Carli si è dedicata all’organizzazione di iniziative per ricordare personaggi e avvenimenti di rilievo, evidenziando il loro impatto sulla cultura contemporanea. Tra i suoi progetti:
- Eventi dedicati a Dante Alighieri* in occasione di celebrazioni dantesche regionali e nazionali.
- Mostre e conferenze incentrate su figure iconiche del teatro, della letteratura e dell’arte.
Focus sull'inclusione e la partecipazione
Uno degli aspetti centrali del lavoro di Giovanna M. Carli è il suo impegno per l’inclusione sociale. Ha promosso progetti che favoriscono la partecipazione di gruppi emarginati o svantaggiati, utilizzando l’arte come strumento per abbattere barriere culturali e sociali. Esempi di questo impegno includono:
- Coinvolgimento di giovani e associazioni. Ha collaborato con organizzazioni come l’Associazione per Crescere Insieme Onlus per creare eventi che permettessero a ragazzi con disabilità di esprimersi attraverso l’arte e la musica.
- Progetti educativi e di sensibilizzazione. Attraverso laboratori e attività didattiche, ha reso accessibili tematiche complesse legate al patrimonio storico e culturale.
Collaborazioni e riconoscimenti
Giovanna M. Carli ha collaborato con enti regionali, come il Consiglio Regionale della Toscana, e con istituzioni nazionali per lo sviluppo di eventi culturali di rilievo. Ha ricevuto apprezzamenti per il suo approccio inclusivo e innovativo, che integra arte, storia e sensibilità sociale.
Stile e contributi intellettuali
Carli si distingue per uno stile che combina:
- Rigore accademico: Approfondisce temi storici e artistici con una metodologia analitica e documentata.
- Visione umanistica: Cerca di restituire un significato etico e sociale al suo lavoro, evidenziando come la cultura possa essere un veicolo di progresso e coesione.
- Divulgazione accessibile: Ha pubblicato saggi e articoli che rendono temi complessi accessibili a un pubblico vasto, mantenendo al contempo un’elevata qualità contenutistica.
Progetti futuri
In linea con la sua carriera, Giovanna M. Carli continua a lavorare su progetti che esplorano il rapporto tra passato e presente, con particolare attenzione al ruolo delle arti nella società contemporanea. Tra i temi che potrebbero essere al centro delle sue iniziative future ci sono:
- La promozione del patrimonio culturale toscano.
- L’approfondimento di figure storiche che hanno lasciato un’eredità significativa nel campo dei diritti civili e della libertà.
Giovanna M. Carli rappresenta una figura di riferimento nel panorama culturale italiano, unendo un approccio intellettuale rigoroso con un forte impegno verso la partecipazione sociale e la trasmissione dei valori della memoria e dell’uguaglianza.
Bibliografia selezionata
Florence Nightingale: Nata a Firenze (2019): Una biografia che esplora la vita e l'eredità di Florence Nightingale, nata a Firenze, e il suo impatto sulla professione infermieristica.
La camicia dei Mille: opere d’arte per Garibaldi nel bicentenario della nascita (2007): Un catalogo che accompagna la mostra omonima, celebrando il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi attraverso opere d'arte ispirate alla sua figura.
Mostre curate:
La camicia dei Mille: opere d’arte per Garibaldi nel bicentenario della nascita (2007): Una mostra organizzata sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, che ha presentato opere d'arte dedicate a Giuseppe Garibaldi in occasione del bicentenario della sua nascita.
Opere donate al Consiglio regionale della Toscana: Una trilogia di volumi che documenta le opere d'arte donate al Consiglio Regionale della Toscana, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio artistico regionale.
Ulteriori approfondimenti:
https://www.exibart.com/artista-curatore-critico-arte/giovanna-m-carli/
https://www.leonardolibri.com/autore-13566-giovanna-maria-carli.html
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